Strategie: Lasciate che i Social entrino in azienda
marzo 2015
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Corriere Economia 2 marzo 2013
«I Social Network sono parte integrante della vita quotidiana di milioni di persone. Stanno impattando sui modelli di business e l’organizzazione del lavoro e possono trasformarsi in strumenti utili per attirare talenti in azienda». Ad affermarlo è
Vahè Torossian (52 anni), responsabile mondiale Pmi e Partner, nonché numero tre di Microsoft. Lo abbiamo incontrato la scorsa settimana durante la sua visita alla sede milanese. «L’uso dei Social offre un duplice vantaggio. Da una parte permette di consultare i profili postati su Facebook e Twitter in fase di selezione. Dall’altra consente ai dipendenti di scambiare informazioni e condividere idee». Per Torossian non è il primo viaggio nel nostro Paese. Ci è già stato quattro anni fa ed è in grado di fare un confronto.
«Allora, durante i miei incontri con le Pmi, ricordo che il tema ricorrente era quello delle “lamentele”. Mancanza di banda larga, difficoltà negli investimenti e strumenti digitali insufficienti». Anche questa volta ha fatto meeting con responsabili e partner, ma ha trovato una situazione cambiata. In positivo. «Ho visto interesse per l’introduzione delle nuove tecnologie informatiche, ma soprattutto la volontà di uscire dalla crisi sfruttando l’onda lunga dello sviluppo di applicazioni e servizi per i mercati globali».
RAPPORTO HITECH E DIPENDENTI NELLE PMI
Del resto notizie confortanti per il cammino digitale delle Pmi italiane arrivano dallo studio: “il rapporto con la tecnologia dei dipendenti nelle Pmi europee”. Realizzato da
Ipsos Mori, società inglese di ricerche di mercato, per conto Microsoft. Ebbene, il 33% dei dipendenti dichiara di lavorare già in aziende connesse a servizi online e che seguono procedure per l’eliminazione della carta dagli uffici. Una percentuale analoga afferma di lavorare in aziende che stanno rinnovando i processi informatici con modelli di sviluppo orientati al web. Solo il 24% dei dipendenti dichiara di fare utilizzo di sistemi offline. Dal report che verrà diffuso nei prossimi giorni, dato a Corriere Economia in anteprima, emerge uno spaccato del dipendente tipico delle Pmi e del suo rapporto con l’hitech.
La ricerca condotta a gennaio 2015 in 16 paesi dell’Unione Europea ha interessato un campione di oltre 5.500 dipendenti (italiani compresi), impiegati in realtà con meno di 250 addetti. Torossian ci ha spiegato quali sono le strategie messe in atto per aiutare le aziende a uscire dalla crisi, a un anno dall’insediamento del nuovo Ceo Satya Nadella: «Anche per le Pmi, come per le grandi aziende, vale il modello
“mobile first, cloud first”. Dunque priorità a tecnologie mobili e cloud, con l’integrazione di smartphone e tablet ai servizi della nuvola informatica». In questo scenario svolge un ruolo rilevate il
Byod (Bring your own device). Cioè il doppio utilizzo da parte dei lavoratori dei propri dispositivi sia in ambito lavorativo, per accedere a dati e file aziendali in mobilità. Sia in ambito domestico per ricerche web e intrattenimento.
CORTANA ENTRA NEL MONDO BUSINESS
Lo studio ha messo in luce che il 26% dei dipendenti usano i propri desktop Pc e notebook (30%) per attività lavorative. Mentre per i dispositivi mobili il 40% usa in modalità Byod lo smartphone personale e il 17% il tablet. Ma quali sono i rischi per la sicurezza delle informazioni? «Molto bassi, se la Pmi fa uso di
database sul cloud, dove il dipendente accede ad aree riservate con tutti i suoi dispositivi nel corso della giornata – continua Torossian, da 22 anni in Microsoft – perché la sicurezza è intrinseca in Office 365 che non viene installato nei singoli computer aziendali, ma si trova in modalità protetta sul cloud». A salvaguardare privacy e dati sensibili ci pensano poi i server della nuvola, predisposti a backup e ripristino anche in caso di disastri naturali.
E per il futuro quali saranno le soluzioni hitech a disposizione delle aziende? «Con l’uscita di Windows 10 riusciremo a creare un
ecosistema di dispositivi fissi e mobili in grado di comunicare in modo continuo tra loro». E poi? «Guardiamo con interesse allo sviluppo degli assistenti virtuali come Cortana – conclude Torossian - che faranno il loro ingresso anche in applicazioni e servizi business». Microsoft impiega nel mondo 123 mila dipendenti (dopo l’acquisizione Nokia), con un fatturato di 87 miliardi di dollari. In Italia nelle sedi di Milano e Roma lavorano 1.040 persone.
twitter @utorelli